Gaza
un milione e mezzo di ostaggi
Tragica, puntuale, devastante, sempre uguale e sempre diversa, la morte si è abbattuta su Gaza. I missili israeliani hanno bombardato la Striscia provocando oltre trenta vittime in poche ore, tra cui molti bambini.
Il copione di guerra, ripetitivo fino all’ossessione, è simile a tante altre volte, con le reciproche accuse, le devastazioni (che colpiscono quasi esclusivamente i palestinesi), i “cessate il fuoco” che ripropongono la stessa situazione con tanti lutti e qualche maceria in più. L’asimmetria degli schieramenti – nelle loro radici storiche e soprattutto come forza di fuoco – è evidente: Israele è una potenza nucleare costruita sul dramma palestinese e da oltre un decennio controlla tutti i confini di Gaza. Ma le logiche che guidano le direzioni politiche israeliane e palestinesi appaiono del tutto speculari. Che a Gerusalemme governi Netanyahu o invece Gantz, che dalla Striscia di Gaza i razzi siano sparati dalla Jiahd islamica, come in questo caso, o per ordine di Hamas come in altri, cambia poco: tutti costoro utilizzano cinicamente la guerra e i morti per difendere o rinsaldare il proprio potere e non offrono alcuna prospettiva di miglioramento alla gente comune.